IT | EN

Imago Dalmatiae. Itinerari di viaggio dal Medioevo al Novecento

Zara

"Zara è la capitale della Dalmazia: sebbene assieme al contado non annoveri più di trentacinque mila anime. Meno ne conta Spalato - trentamila; e dopo, vengono Ragusa e Sebenico - ambidue con dodicimila. Sono genti rade; le guarnigioni austriache non bastano a intensificarne la vita; l'egemonia slava lo potrà forse un giorno. [...] Aquile e leoni!: sono emblemi cari alle civilità che passarono, alle civiltà che ritornano. [...] Ancora, a Zara, si conservano gli antichi pozzi - dalla vaga marmorea vera. Non manca se non nell'intimità del campiello, alveare terribile e giocoso le ciacole, de petezzi, de storie! Su uno dei pozzi si legge il nome di Francesco Diedo (p.54). [...] Uscendo da Zara alla volta di Sebenico e di Spalato, passammo vicino a filai di salici e di pioppi; intorno, erano pini e peschi: in complesso vegetazione scarsissima: per lunghi tratti, soltanto radi cespugli di marruche e di quercioli (p.57). [...] L'ambiente mutò poco a poco: le gonne delle donne si fecero più succinte, ed i loro calzari più variopinti; apparvero le lunghe calze turchine, e le giacche color carminio degli uomini. Più ci si innoltrava nella Dalmazia - che appunto tra Zara e Sebenico raggiunge il maggior diametro - più cresceva nella gente la ricerca delle parvenze vaghe, il culto delle smaglianti tinte delle vesti: l'oriente tentava, tentava!" (p. 58).