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Imago Dalmatiae. Itinerari di viaggio dal Medioevo al Novecento

Macarsca

"Siamo sul far della sera a Macarsca, dove godiamo il dolce tepore d'una incantevole notte estiva, largamente approfittando di que' due tesori naturali che abbondano a Macarsca: l'aria e l'acqua, sopra ogni altra in provincia gradevole, fresca e saluberrima. La città si estende in lunghezza su di un'ampia e bella marina, ricca d'aria e di luce; mentre il monte le fa abbondante e pittoresca cornice. La penisola di S. Pietro e la punta opposta, vestita da una bella e verde pineta, paiono un motivo del caldo paesaggio di Gravosa e di Lacroma, e chiudono pittorescamente il porto. La città è anche ben pulita, e l'abbondanza di buona acqua, la rende, specialmente d'estate, graditissima al viaggiatore. Già dal molo sbarcando si sente scorrer l'acqua dalla fontana pubblica; questa fontana ha sei belle vasce di calcare bianco, ed è coperta in modo da difendere dlla pioggia le donne che vi lavano o v'attingono (pp. 77-78).
La posizione di Macarsca, messa fra gli scali commerciali di Spalato e di Ragusa, con un monte com'è il Biokovo alle spalle, non pare molto favorevole ad un rilevante sviluppo commerciale, pure, oltre al solito commercio de' naturali prodotti del paese, oltre ai redditi della pesca delle sardelle e del tonno, l'intelligente iniziativa di questi negozianti ha dato vita vigorosa al commercio de' pellami, con quasi tutti i paesi della penisola Balcanica. La maggior quantità delle pelli di bufalo, che qui vengono ridotte alla forma commerciale voluta, vengono direttamente dall'Argentina, e si spediscono poi, dopo brevissima operazione, in Croazia, in Serbia, in Albania, nel Montenegro, e quello che ci pareva quasi impossibile, perfino in Bulgaria (p. 80)".