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Imago Dalmatiae. Itinerari di viaggio dal Medioevo al Novecento

Macarsca

"Come il piroscafo esce dalla rada d'Almissa per riprendere la sua rotta verso sud, entra nel canale della Brazza, formato da quest'isola e dal continente. È lì che comincia il litorale dalmato per eccellenza, il Primorje. […]. Dopo due ore di placida navigazione, il piroscafo entra in un'ampia insenatura. In fondo ad essa, alle falde del freddo Biokovo, sorge ad anfiteatro, in una macchia verde, Makarska. Più in su di quella macchia, roccia grigia, nuda, spaventevole, alta fino a 5000 piedi. Oltremodo notevole il contrasto tra quel po' di verde, dovuto alla clemenza della patria bora, e la montagna sovrastante, devastata totalmente dallo stesso vento. E pure sulla marina di Makarska, ampia e bella, divampava il sole in tutto il suo splendore.

La città si presenta favorevolmente. Un bel molo di approdo dà accesso alla riva; sulla riva una fila di case, molto pulite e biancheggianti, nasconde altre case meno moderne e meno eleganti; nei caffè alla marina si è serviti con premura; i cittadini che avvicinate, vi accolgono con squisita cortesia; insomma, un paese che si accaparra di primo acchito le vostre simpatie. Si comprende tosto che in esso la civiltà non è nelle fascie, ma già bella e adulta. […].

Presentemente, il distretto politico di Makarska conta circa 28,000 abitanti, e la città ne conta scarsi 2000. A giudicarli sommariamente, conviene lodarli come gente industriosa, attiva, d'ottimo cuore: sono agricoltori energici, marinai valorosi. Poi, tutto l'ambiente di Makarska tradisce una nota generale di civiltà e di progresso. Makarska diede parecchie notorietà e qualche celebrità nel campo intellettuale. Anche oggidì, vi incontrerete persone per bene ed istruite, nella di cui compagnia passerete ore deliziose.

Makarska, come centro civile e intellettuale del Primorje, ne è pure lo scalo più attivo. Vi affluiscono i ricchi prodotti di quella zona stupenda e fertilissima che si estende fino alle foci del Narenta, ricchissima di oliveti che sembrano boschi e di vigneti rigogliosissimi. L'olio di Makarska può rivaleggiare con quello di Bari e di Lucca. Non se ne fa un prodotto industriale, se non in piccola parte: il resto si vende all'ingrosso, allo stato naturale. Da Makarska le derrate del Primorje si slanciano nel grande mondo commerciale, per merito di parecchie ditte paesane solide, attive, intraprendenti.

Makarska porge ben pochi monumenti notevoli al viaggiatore. Qualche rovina nei dintorni, qualche iscrizione latina, moltissime monete romane, ecco tutto. Il suo duomo moderno, dedicato al culto di s. Marco, non ha nulla di singolare. Ma, sulla piazza del Duomo, s'erge un monumento elegantissimo, scoperto l'anno scorso. È un gioiello dell'arte scultoria, eseguito dal mio amico carissimo, il festeggiato scultore dalmato, Ivo Rendic. Rappresenta il bardo dalmata, Andrea Kacic, un frate francescano che visse nel XVII secolo, e, come meglio seppe, in bellissime canzoni, in quartine rimate, cantò i fasti civili, le glorie militari, le vittorie politiche dei popoli slavi. […]. A lungo ammirai quel mite fraticello, ripensando alle discordie fraterne che dilaniano, in quest'istante, gli slavi di Dalmazia, e, in generale, gli slavi del sud. Uniti, potrebbero imperare: discordi, non raggiungeranno mai il loro ideale politico. La stella del loro destino storico dovrebbe rifulgere nelle sfere più alte della civiltà e del progresso: essa, invece, impallidisce, minaccia di declinare, offuscata da tendenze politiche che si distruggono vicendevolmente" (pp. 189-193).