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Imago Dalmatiae. Itinerari di viaggio dal Medioevo al Novecento

Lesina

"Dopo un giorno di sosta, per coordinare il materiale raccolto, grazie alla cortesia del signor capitano di Porto e s. m. cav. Pavičić, siamo alle dieci di mattina col Salona in viaggio alla volta di Lesina. Vi giungiamo ad un'ora, mentre un sole spietato addormenta anche le lucertole nei buchi. Il monte è arido, quasi bruciato dal sole, spogli di alberi e privo di vita; non acque sonanti, non fremer di fronda! Tuttavia l'Agave americana ed i flabelli delle palme che s'alzano dai giardini rigogliose, parlano della dolce mitezza del cielo. Anche l'aspetto della città è gentile; il complesso della piazza è un magnifico scenario storico; ma tranquillo, privo della vita e dell'azione romorosa che dal movimento commerciale deriva (p. 40).
Erborizzando, giungo alla fabbrica posta quasi alla punta di Križnaluka, ove il signor Stock, per dare vita ad una utile industria, s'è quasi segregato dal mondo, come un anacoreta. Ciò che l'ha indotto a questa forte risoluzione è certamente la fama di quella pietra, costituita d'un calcare rudistico antico, sub cristallino, con tracce più o meno frequenti di fucoidi. Questa pietra [...] è certamente una delle migliori pietre da costruzione in Europa. [...]. Undici anni fa un imprenditore, il signor Ravagni, si occupò di questa cava e fornì 600 metricubi di pietra da costruzione per la fabbrica d'una parte del Parlamento di Berlino, caricati a Križnaluka con uno speciale vapore d'Amburgo. Questa commissione dalla Germania fu una reclame efficacissima. Purtroppo [ora] lo smercio non va di pari passo colla capacità produttiva della fabbrica, che sperava molto nell'esportazione in Italia; ma questa è stornata invece dall'esportazione come zavorra del nostro calcare, che vien poi in Italia calcinato (pp. 41-42).
Qui la vita non s'agita per repentine convulsioni industriali, né si desta ad improvvise speranze. La cosa però che ha un valore forte e proprio, è veramente la popolazione laboriosa, che sa spesso, lungi dalla casa natia, trovare lavoro e fortuna. Il mare però, ch'era una volta campo fecondo di vita e di guadagno, e là ancora che si offre generosamente come per lo passato alle grandi pesche ed alla costruzione di saline. Durante il governo francese, nel 1806 Lesina era stata presa in seria considerazione nel nuovo vasto programma di riforma delle saline in Dalmazia [...]. Oggidì però che questo genere d'imprese difficilmente prospera, bisogna essere più modesti; ed un guadagno modesto, senza risico di capitali, offre ai dintorni di Lesina, ricchi di piante balsamiche, l'apicoltura; e la salubre mitezza del clima, favorevole al gelso, invita eloquentemente alla coltura vasta e razionale del baco da seta, ed a quella degli agrumi (pp. 45-46)".