IT | EN

Imago Dalmatiae. Itinerari di viaggio dal Medioevo al Novecento

Macarsca

"Alle falde del detto monte Biocovo posa la cittadella di Makarsca capoluogo del distretto omonimo con 1800 abitanti e 6750 nel suo comune politico; è residenza vescovile e di pretura, il suo porto è sicuro, ma poco frequentato. Vi sono notevoli la cattedrale e la fontana nella piazza grande; il caseggiato è quasi tutto moderno e decente. Fu costruita sulle ruine dell'antico Rutaneum di Plinio, che dev'essere lo stesso Rutinum di Dione; i Greci la denominarono Pazathalassia. La peste del 1815-16 la disertò della metà de' suoi abitanti. Le sue campagne sono fertili di vino, olio, mandorle, gelsi; ed i suoi abitanti si dedicano specialmente alla pesca dei cefali (mugil cephalus) e nella foce della Narenta, seccano la bottarga e preparano il caviale. Detta città è rimarchevole per le ottime sue acque e pel carattere svegliato degli abitanti. Più in là dei vortici, indicanti gli sbocchi nel fondo del mare di fiumi sotterranei, osservasi uno squarciamento orribile ed inaspettato di montagne, dal sommo all'imo, e il passaggio del fiume Cettina, il quale dopo avere trabalzato in un modo pittoresco e furente da cascata in cascata va ad umiliarsi placido e tranquillo dinanzi al mare, formando dei grandi banchi di bionda arena, i quali per più miglia oltre la foce allargandosi a fior d'acqua, impartiscono alla cerulea superficie quell'apparenza che assume il sereno dell'aria quà e là frastagliato da bianche nuvole" (pp. 98-99).