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Imago Dalmatiae. Itinerari di viaggio dal Medioevo al Novecento

Spalato

"Entrammo nell'avvolgimento di calli: qua e là, osterie davano sulla strada - le balaustre aperte: e faceva spece di vedervi dentro - invece della giacca turchiniccia di un facchino o pescatore veneto il panneggiamento festoso dello schiavone. I nomi che si leggevano sulle insegne delle botteghe, o negli stipiti delle porte, appartenevano a diverse favelle: talvolta vi si notava un amalgama: ad es. italiano il prenome e slavo il nome. (p.72) [...] Oggi ancora, porta Spalato impressi i segni delle diverse dominazioni: nessun reggiemento, però vi lasciò più monumenti di quello di Diocleziano. Oltre alla cinta superba, che nel nome di una reggia conteneva tutta una città, oltre alla Porta d'Oro ed alla Porta di Ferro e al Tempio di Giove o di Esculapio - oggi battistero - rimane ancora il famoso Mausoleo, degno in tutto del Palazzo, il quale poteva contenere un popolo (p. 75). [...] Il maraschino! Questa volta, bisogna ssolutamente parlarne: una volta almeno!: tanto più, che fu proprio a Spalato che a tale proposito io feci il saccente, in barba all'erudizione di Allumette (p.78). [...] Bello è di peregrinare fra le isole che difendono Spalato! E Brazzà - isola massima dell'arcipelago dalmato, dal grande porto di Milna: e Lesina - col suo San Giorgio di qua delle Porte di Spalato; e tengono dietro Curzola famosa, e il Sabbioncello con l'aguzzo capo Gomena - che pare l'unghia di un artiglio - e col dolce mite bosco dei cipressi: e Lagosta, di cui i fieri abitatori, nel dugento, tenenro fede allo statuto di Ragusa: e Solta, pallida d'ulivi. E laggiù, come uno spettro Lissa. [...] Vicino - sparsi per la magica 'Riviera dei Sette Castelli' - sono mirti e lauri e melagrani, noccioli, pini, rosmarini, ginepri, ulivi e vigne: il clima dolce - clima di Genova e di Corsica - concede alle piante ogni anno due epoche di riposo". (p.80)