IT | EN

Imago Dalmatiae. Itinerari di viaggio dal Medioevo al Novecento

Traù

"VIE D'ACCESSO. Si entra nella Baia di Traù per più passaggi. La Baia, lunga 12 km. e con ottimi fondali, si divide in 2 valloni; quello a O dell'ingr., vallone di Bossoglina, sulla cui riva estrema è Bossoglina, ab. 1400, approdo di piroscafi, e in quello a E, vallone di Saldon, nel quale in sett. e ott. si pratica la pesca del tonno; nella riva N è il paese di Seghetto, ab. 1500, con un porticciuolo per barche e una chiesa, e, a km. 1.5 più a E, nell'angolo del vallone, Traù, costruita su un'isoletta tra la terraferma e la costa N dell'isola Bua. Il Canale di Traù accessibile solo a navi che non peschino più di 4 m. è, per c. km. 1.5, segnato da pali. Nel punto più ristretto, m. 100, è cavalcato da un ponte girevole, che si apre per lasciare passare le navi attraverso un'apertura di 19 m." (p. 149).
"I. — DA ZARA A TRAÙ PER MARE, in ore 6.30. Da Zara fino al canale di Zirona. Percorso il canale, il pirosc. mette la prua a NE per entrare nella baia di Traù. Si passa tra la costa del continente e lo scoglio Cluda m. 50 a d., ci si dirige alla punta Podan, estremità O dell'isola Bua, si passa tra questa e la secca Cellini a sin., con un fanale della portata di 5 M.; la vista si allarga nel vallone Saldon. Si mette la prua alla punta S. Cipriano, con un fanale della portata di 5 M., girando il quale si entra nel canale di Traù, e subito si scopre la città, sullo sfondo del M. Capreo. M. 69 Traù.
II. — DA SEBENICO O DA SPÁLATO A STAZ. CASTELVÉCCHIO. Dalla Staz. carrozz. di 11 km. per Traù.

Alb. Central, a 150 m. dall'imbarcadero (autobus alla Staz. di Castelvécchio, a 11 km.). 20 l., 25 d., pens. 65 d. (ritor. e caffè). Traù, ab. 23 468, che tra le città dalmate è quella che ha conservato più completo e più integro il carattere medioevale, si presenta graziosissima e incantevole, con un aspetto tipicam. veneziano attorno alla sua bellissima Cattedrale.

CENNO STORICO. — […]. Nel patto di Londra firmato dalle potenze dell'Intesa e dall'Italia, Traù e Spálato rimasero escluse, ma, dopo l'armistizio, il 23 sett. 1919 il tenente Eman. Torri-Mariani, che comandava i soldati che tenevano la linea di occupazione delle truppe italiane sulle colline dominanti Traù, non potè resistere all'appello di questa e l'occupò, ma dovette abbandonarla per imposizione delle navi americane che tosto comparvero davanti alla città. L'ammiraglio che le comandava, Van Hook, rassicurò l'ufficiale italiano che avrebbe tutelato l'ordine nella città e difesi gli italiani in essa dimoranti, ma i suoi poteri passarono nelle mani del colonnello Plesnicar, il quale permise ogni sorta di devastazioni e sevizie contro gli italiani.
È patria di uno stuolo di umanisti ed eruditi quattrocenteschi […]. Fu in Traù che nel 1650 venne trovato fra i manoscritti appartenenti a Nic. Cippico, da Marino Statileo un importante ignorato frammento della «Cena di Trimalcione», di Petronio, pubblicato in Amsterdam nel 1669.
Gli ab. si chiamano traurini. Alla fine del 1932 i Serbi hanno abbattuto i leoni marciani che mettevano il suggello al miglior periodo storico della città sotto la «Dominante». Nella descriz. che segue essi sono ricordati come tuttora esistenti. La topografia di Traù ricorda quella di Táranto; come in questa, il nucleo della città occupa un'isola, situata tra 2 canali, che un ponte stabile congiunge alla terraferma, ov'è il belliss. giardino di Villa Fanfogna, e un altro, in parte girevole, a Bua nell'isola Bua. Tutto l'insieme della città vera, dalla quale emergono 6 pittoreschi campanili, è monumentale.

Dalla banchina del Porto si ha di fronte la parte S della città, che ha all'estremità sin. il Castello del Camerlengo, e verso d. la Porta Marina sormontata dal leone marciano e dall'iscriz., del 1593: «Hanc civium olim Romanorum civitatem...» (a d., la rustica loggia della pescheria) e, sul davanti, una colonna. Entrando per essa, a sin., su una delle torri, è un altro leone, col libro chiuso; poi, a d., la chiesa di S. Nicolò, già di S. Doimo, chiesa conventuale di benedettine eretta nel 1064, trasformata poi dallo stile gotico e dal Rinascim., al quale ultimo appartiene il campanile cuspidato (1598); si giunge nella piazza dei Signori, con di fronte il fianco del Duomo (S. Lorenzo), monum. massimo della città, capolavoro dell'architettura romanica in Dalmázia" (pp. 164-165). 
"Rivolgersi al sagrestano per visitare l'interno del Battistero (O). […]. Di fronte alla facciata della Cattedrale è il Pal. Cippico Nuovo, della 1ª metà del '400, con due belle trifore gotico-veneziane sovrapposte; il portale barocco fu aggiunto nel 1674. […]. Di fronte al fianco d. della Cattedrale è la Loggia pubblica, del 1308, costituita da una tettoia che poggia su 6 colonne, su pilastri e 2 muri. […]. A sin. della Loggia, la tozza Torre dell'Orologio, […]. Nel lato E della piazza, il Pal. del Comune, del 1420 c., ma rimaneggiato. […]. Seguendo la strada di fronte al Pal., si trova la chiesa benedettina romanica di S. Giov. Battista, detta volgarm. l'Abbazia, del 1270, […]. La chiesa non è da tempo più ufficiata, perchè il tetto, che era di legno, è caduto. Campanile a vela. — Proseguendo si arriva alla Porta di terraferma, sormontata dal leone marciano e dalla statua del Beato Giov. Orsini. Nel resto della città, dalle strette viuzze, si vedono bifore, portali, balconi, stemmi, iscrizioni che conferiscono un fascino singolare al piccolo centro, oltre a notevoli chiese e palazzi" (pp. 168-169).